La Cappella Espiatoria di Monza: dove il passato incontra il futuro

C'è un luogo nel cuore di Monza dove il silenzio non è dimenticanza, ma memoria che vibra ancora. La Cappella Espiatoria, eretta nel 1910 per commemorare il regicidio di Umberto I, è da tempo simbolo di lutto e riflessione. Ma oggi, a 125 anni da quell'evento, il monumento si è trasformato in spazio vivo, capace di accogliere arte, cultura e partecipazione.
"Non solo storia e naftalina", come afferma la direttrice Giulia Valcamonica, ma un cantiere di contemporaneità che intreccia passato e futuro.
Dalla pietra alla cultura
Sorta su progetto dell'architetto Guido Cirilli, la Cappella racchiude capolavori come la cancellata di Mazzucotelli e la Pietà bronzea di Pogliaghi. Ogni mosaico racconta una simbologia potente, che verrà finalmente analizzata nella prima guida completa in uscita entro l'anno, grazie alla collaborazione di storici e architetti.
Il volume non solo ricostruirà la genesi del monumento, ma riunirà gli studi più recenti: dai restauri alle nuove interpretazioni artistiche, fino all'impatto della Cappella sulla geografia urbana della città.
Un ponte tra epoche
Nel presente, la Cappella è tornata ad essere luogo di incontro. Progetti come "Letture nella cripta", corsi per insegnanti e eventi per bambini, ne hanno riaperto le porte a un pubblico vario. Collaborazioni con BookCity Monza, Festival delle Storie e persino il FuoriGp, ne rafforzano il legame con la città e i suoi eventi cardine.
L'arte del domani nella cripta del passato
Nella primavera del prossimo anno, la cripta ospiterà una mostra realizzata in sinergia con il Museo Nazionale dell'Arte Digitale, con installazioni che dialogano con l'essenza del luogo. E ci sarà spazio anche per l'invisibile: i disegni preparatori di Cirilli, mai esposti a Monza, verranno finalmente mostrati al pubblico, dando nuova linfa alla comprensione del progetto originario.
"Sarà una memoria che si muove – dice Valcamonica – accessibile a tutti, ma rigorosa nella ricerca".
Monza ritrova la sua Cappella
Questa nuova vita della Cappella Espiatoria non cancella il suo passato, ma lo rilancia. Da mausoleo a epicentro culturale, da luogo di lutto a laboratorio creativo. E la città risponde, riconoscendola come parte integrante della sua identità.