Il Piccolo Resto si raduna a Monza: Don Minutella proclamato “Grande Prelato"

29.06.2025

Nel giorno della solennità dei Santi Pietro e Paolo, il Palazzetto dello Sport di Monza ha ospitato un raduno promosso dal "Sodalizio Sacerdotale Mariano", gruppo composto da sacerdoti sottoposti a provvedimenti canonici, che ha visto la partecipazione di migliaia di fedeli giunti da varie regioni italiane. L'evento, annunciato come un'occasione di preghiera e rinnovamento spirituale, è culminato con la proclamazione ufficiale di Don Alessandro Minutella come "Grande Prelato".

Un gesto dall'evidente portata provocatoria

Già scomunicato da Papa Francesco nel 2018, Don Minutella è da anni figura divisiva nel panorama del cattolicesimo italiano. La proclamazione come "Grande Prelato" — figura profetica richiamata da mistiche visioni del passato — è stata formalizzata in una dichiarazione pubblica durante la cerimonia, in cui si afferma che egli sarebbe chiamato a guidare la Chiesa in un'epoca di crisi e confusione.

L'atto, privo di qualsiasi riconoscimento da parte della Chiesa Cattolica, viene giustificato dai promotori con richiami ad alcune profezie e al concetto teologico di sensus fidei, tradizionalmente inteso come percezione condivisa del popolo cristiano sulla verità della fede. Tuttavia, resta aperta la questione su chi possa legittimamente appellarsi a tale "sensus" fuori da un'effettiva comunione ecclesiale.

Il titolo di "Grande Prelato", fa riferimento a figure quali Don Dolindo Ruotolo, Maria Valtorta e Katharina Emmerick, non sempre pienamente accolte dal magistero ufficiale. Il "Grande Prelato" — secondo questi riferimenti — sarebbe destinato a ricostruire la Chiesa e affrontare i tempi dell'Anticristo, affiancato da dodici "nuovi apostoli".

Ma la proclamazione di oggi solleva molti interrogativi: si tratta di un gesto profetico o di una auto-investitura simbolica? Un moto di fede o l'ennesimo segnale di frammentazione interna al mondo cattolico?

Un cattolicesimo parallelo?

A fronte dell'assenza di riconoscimento canonico, l'incontro di Monza rischia di essere interpretato come il tentativo di edificare un'autorità spirituale alternativa, proiettando l'immagine di una "vera Chiesa" contrapposta a quella istituzionale. Un fenomeno tutt'altro che isolato, che si inserisce nel solco di una crescente sfiducia verso l'autorità centrale, tipica di movimenti auto-identificati come "fedeli al Vero Magistero".

In definitiva, l'evento di Monza ha messo in luce dinamiche profonde che attraversano una parte del mondo cattolico contemporaneo: dalla ricerca di riferimenti spirituali alternativi al disagio verso l'autorità ecclesiastica istituzionale. La proclamazione di Don Minutella come "Grande Prelato" — al di là delle intenzioni dichiarate dai promotori — si colloca su un crinale complesso, tra istanze di rinnovamento e rischi di frattura.. Un segnale che interpella, nel profondo, la capacità della Chiesa di comprendere, dialogare e accompagnare anche le frange più critiche e marginali del suo corpo.


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