Garlasco: un caso specchio dell'italia

13.08.2025

Il caso Chiara Poggi e l'Italia che non smette di cercare risposte 

C'è qualcosa di profondamente italiano nel modo in cui il caso Chiara Poggi continua a vivere nel dibattito pubblico. Non è solo la cronaca nera di un delitto efferato, né soltanto la lunga odissea giudiziaria che ha portato alla condanna definitiva di Alberto Stasi. È un racconto che ha assunto i contorni di una ferita collettiva, riaperta ogni volta che emerge un nuovo dettaglio, come gli ultimi esami della Procura su Ignoto 3, che secondo l'avvocato della famiglia Poggi confermerebbero la responsabilità di Stasi.

Ma perché non riusciamo a lasciarlo andare?

Perché ogni italiano, in qualche modo, si è sentito parte di questa storia. Perché Garlasco non è solo un luogo: è l'archetipo della provincia tranquilla, dove il male non dovrebbe entrare. Eppure è entrato, in pieno giorno, in una casa ordinaria, contro una ragazza che non aveva nemici. Questo ha infranto un patto non scritto tra cittadini e realtà: che il quotidiano sia sicuro, che il male sia altrove.

Il caso Poggi ha anche messo a nudo la fragilità della giustizia. Tre gradi di giudizio, perizie contraddittorie, prove evaporate, DNA contaminato. Ogni passaggio ha alimentato la sensazione che la verità sia un concetto negoziabile, e che la giustizia non sia sempre sinonimo di certezza. In un Paese dove la fiducia nelle istituzioni è già precaria, questo è devastante.

E poi c'è il ruolo dei media. Il caso è stato raccontato, analizzato, spettacolarizzato. Non sempre con rispetto, spesso con morbosità. Ma anche con una funzione sociale: quella di tenere viva la memoria, di chiedere risposte, di non accontentarsi. In questo, il pubblico italiano ha mostrato una forma di partecipazione civile, anche se emotiva e imperfetta.

Chiara Poggi è diventata un simbolo. Non solo della violenza domestica che può colpire chiunque, ma anche della nostra incapacità di accettare l'ingiustizia come fatto compiuto. Finché ci saranno dubbi, finché emergeranno nuove tracce, finché la verità sembrerà incompleta, il caso continuerà a vivere. Non per voyeurismo, ma per bisogno di senso.

E forse, in questo bisogno, c'è qualcosa di profondamente umano. E profondamente italiano.

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